Oltre il trucco c’è di più: che cosa si nasconde in realtà dietro l’azione normalmente chiamata “trucco”?

In italiano la dizione esatta è “cosmesi decorativa”, laddove cosmesi deriva dal greco antico κόσμος, che significa “ordine”. Nella filosofia presocratica ma anche dopo, con Socrate e le varie scuole succedutesi nella Magna Grecia, l’ordine assume il significato di bellezza, contrapposto al caos connaturato nel mondo. Questa identità è così importante che spesso l’idea dell’ordine, e quindi della cosmetica, trascende la realtà empirica per accedere al sovrannaturale, allo spirito, al divino. Questa breve sintesi è utile per comprendere concettualmente il valore che viene attribuito, sin dalle origini, all’aspetto esteriore, della natura così come dell’uomo, fino ad assurgere ad arte. Inevitabile sembra ripercorrere, in questa sede, l’abitudine di ricorrere al trucco dei vari popoli nella storia, dagli egizi agli assiri, dai fenici agli ebrei, dagli arabi ai nativi d’America, dagli indiani ai cinesi e poi a tutti i popoli africani. Ovviamente la trasversalità del trucco non riguarda solo la geografia, ma anche la storia e… il genere! Se, infatti, operando un il primo rossetto è stato creato nel 1910, non si può certo definire un’esclusiva della donna la cosmesi in generale, sia perché nell’antichità era comunemente usato dagli uomini, soprattutto in attività belliche e teatrali, sia per i volumi d’affare raggiunti attualmente nel settore maschile. In base a recenti studi e statistiche, la spesa maschile in prodotti cosmetici maschili nel 2023 ha raggiunto in Italia i 141,6 milioni di euro, con un aumento annuo del 4,7%. Nel mondo, invece, nel 2024 si sono raggiunti gli 83 miliardi di Euro, con un trend in crescita pari al 6% annuo.
Sito di riferimento che tratta il trucco: https://www.truccopermanenteroma.com
Non differenziando per genere, nel 2024 la spesa per prodotti cosmetici ha costituito l’1,4% del Pil italiano, con un fatturato di 16,7 miliardi, in aumento del 10,5%. il comparto della bellezza nel mondo nel 2024, invece, è arrivato a circa 550 miliardi di euro, in crescita del 5% rispetto al precedente anno. Quali sono i motivi di questa incredibile crescita? Sicuramente concorrono più cause. Dal punto di vista sociologico, si è assistito a una maggiore cura personale, sintomo di una ricerca di fondamenti che la collettività non riesce più a garantire. Quindi, di fronte alle defaillances di una società sempre più disorientata e trascurata, ha acquisito un valore maggiore l’individualità più accessibile, realizzabile nel miglioramento del proprio aspetto fisico. In più l’aumento della velocità dei mezzi di comunicazione ha indotto all’esaltazione dell’immagine della persona al primo impatto conoscitivo, equiparando l’aspetto esteriore allo status sociale, inteso questo non solo come indice di ricchezza ma, anche, di ascendente nella vita di tutti i giorni. Ineluttabilmente questo tipo di messaggi è stato oggetto di moltiplicazione, attraverso l’infinito universo di media di cui disponiamo oggi: non più solo le televisioni, le radio e i giornali, ma anche gli sterminati mezzi di internet, dai social media ai blog, alle email, alle chat, agli sms, ai siti, alle newsletter, alle app… In più sul nuovo processo comunicativo si sono inserite le classiche mode, soffiate da personaggi dello spettacolo, dello sport, del fashion system e, inevitabilmente, del digitale, quali, per esempio, gli influencer.