Breve storia della prostituzione e delle escort a Genova

La prostituzione ha da sempre rappresentato un aspetto controverso e complesso della società, e Genova non fa eccezione. Con una storia che si intreccia con le dinamiche economiche, sociali e culturali della città, la prostituzione a Genova ha subito trasformazioni significative nel corso dei secoli. Questo articolo esplorerà le origini, le regolamentazioni e le rappresentazioni culturali legate a questa pratica nella città ligure.

Regolamentazione storica

La prostituzione a Genova è stata regolamentata sin dal 1418, quando venne introdotta una tassazione sulle meretrici. Queste donne pagavano un’imposta di 5 “genovini” al giorno e ricevevano una tessera sanitaria, che garantiva loro anche un giorno di riposo settimanale. I “genovini” erano una moneta storica emessa dalla Repubblica di Genova. Questo sistema non solo legittimava l’attività, ma contribuiva anche al finanziamento di opere pubbliche, come i restauri della Cattedrale di San Lorenzo. Questo dovrebbe essere un insegnamento da applicare oggigiorno, legalizzare la professione, rispettare chi la esercita, senza stigmatizzazione, e portare introiti nelle casse dello Stato.

Quartieri a luci rosse

Nel ‘500, a seguito di importanti trasformazioni urbanistiche, le case di piacere furono spostate in aree come Via della Maddalena e Vico delle Carabaghe. Quest’ultimo vicolo è noto per aver introdotto la pratica di esporre le donne in vetrina, attirando l’attenzione dei passanti con atteggiamenti provocatori. La leggenda narra che il nome “Vico delle Carabaghe” derivi dall’atto di “calarsi le braghe“, sebbene questa etimologia sia contestata. Genova ha quindi anticipato il famoso quartiere a luci rosse di Amsterdam, noto come De Wallen.

Figure iconiche e storie locali

Una figura notevole è Rina, conosciuta come “la tigre di Gondar”, che gestiva uno dei bordelli storici in Vico Lepre. Le prostitute di quel tempo vivevano in condizioni difficili, spesso relegate all’interno delle case chiuse e soggette a rigide regole imposte dalle maitresse. Si racconta che le prestazioni durassero fino al consumo della cera di una candela, da cui il soprannome “signore delle candele”. Questa è una curiosità davvero interessante: le prestazioni sessuali delle prostitute venivano temporizzate utilizzando candele, sulle quali venivano fatte tacche per indicare il tempo trascorso. Questo sistema permetteva di calcolare il costo del servizio in base alla durata.

Leggi e trasformazioni

Con l’unità d’Italia, la prostituzione subì un ulteriore cambiamento con l’introduzione della legge sulle case chiuse da parte di Cavour, che impose severe restrizioni alle attività di meretricio. La Legge Merlin del 1958 segnò la chiusura definitiva dei bordelli, generando un dibattito ancora attuale sulla legalità e sull’utilità di tali strutture nel contesto sociale odierno.

Rappresentazione culturale

Genova ha ispirato poeti e cantautori, tra cui il genovese Fabrizio De André, che ha cantato le storie delle prostitute nei suoi brani, contribuendo alla percezione della città come un luogo intriso di storie di vita vissuta e tolleranza. Tra queste ricordiamo le celebri “Via del Campo”, “Bocca di Rosa”, “La canzone di Barbara”, “Rimini”, “La città Vecchia”, “Prinçesa”. La prostituzione è vista non solo come un’attività economica, ma anche come parte integrante della cultura popolare genovese.

Evoluzione del termine: da prostituta a escort

Nell’era moderna, il termine “escort” ha preso piede per descrivere una figura simile alla prostituta ma con una connotazione diversa. Derivante dal latino “scortum“, il termine si riferisce a chi offre servizi di compagnia a pagamento senza necessariamente implicare prestazioni sessuali dirette. In questo contesto, gli incontri tra genovesi e escort avvengono principalmente attraverso siti specializzati come la Escort Boutique 1001notte, dove è possibile consultare profili dettagliati e tariffe. Questa modalità consente agli utenti di organizzare i loro appuntamenti in modo discreto e mirato, favorendo una percezione più accettabile socialmente rispetto alla tradizionale figura della prostituta.