Una mostra nel 190° anniversario della nascita di Edoardo Chiossone

Chiossone

Sarà visitabile fino al prossimo 14 gennaio al Museo d’Arte Orientale E. Chiossone, la mostra Chiossone e il suo Giappone, dedicata al fondatore del museo, Edoardo Chiossone, nel 190° anniversario della sua nascita. La rassegna ripercorre la vita di Chiossone (Arenzano 1833 – Tokyo 1898) e le vicende storiche che hanno, in seguito, portato alla nascita del più importante museo d’arte giapponese in Italia.

L’esposizione, a cura di Aurora Canepari, mette in luce i diversi aspetti di E. Chiossone, artista, incisore e successivamente collezionista e il suo legame giovanile con Genova, sede della sua scuola madre l’Accademia Ligustica di Belle Arti. Emergono dal percorso espositivo il suo talento artistico, riconosciuto a livello internazionale, di disegnatore e incisore nonché l’abilità nella progettazione di banconote e carte valori: aspetto che valse a Chiossone un’offerta lavorativa da parte dell’Impero giapponese, determinando il più famoso caso di emigrazione di alta professionalità italiana nel Giappone di periodo Meiji (1868 – 1912), dove iniziò il suo interesse per il collezionismo.

Sarà possibile ripercorrere il viaggio che, da Genova, condusse Chiossone in Giappone senza più fare ritorno. Saranno esposte, per la prima volta al pubblico, alcune lettere autografe, due incisioni realizzate da Chiossone, testimonianza della sua attività artistica giovanile nonché rarissime prove di stampa delle banconote, dei francobolli e delle carte valori disegnate e progettate proprio per il Ministero della Finanza giapponese, primi esemplari da cui fu poi avviata la produzione della prima carta moneta circolata in Giappone.

Una particolare sezione, indicativa delle maggiori categorie collezionate, veri e propri capolavori della storia dell’arte giapponese tra cui dipinti, stampe xilografiche, porcellane e bronzi, accompagnerà il visitatore a ritroso, alla scoperta della nascita della collezione Chiossone e del suo incredibile viaggio, dal Giappone a Genova, per “diventare un museo”.