Portoria è il centro della città moderna

Genova porto antico Foto di Domenico Farone da Pixabay

Portoria è un quartiere centrale compreso nel municipio I Centro Est. Era uno dei sestieri in cui era suddivisa anticamente la città di Genova. Il suo nome è legato alla rivolta contro gli austriaci del 5 dicembre 1746, iniziata con il celebre episodio del Balilla. Con l’espansione urbanistica di fine Ottocento è divenuto il centro della città moderna. Sono comprese nell’area di Portoria alcune delle principali vie e piazze del centro di Genova: piazza De Ferrari, piazza Dante, piazza Corvetto, parte della centralissima via XX Settembre, la principale arteria della zona commerciale di Genova e via Roma.

Il nome deriva dalla presenza di una porta delle mura cosiddette del Barbarossa per essere state realizzate nel XII secolo, attorno al 1155, in vista dell’approssimarsi dell’imperatore tedesco. Questa porta era detta Porta Aurea, o Porta d’Oria, nome che nella contrazione in genovese è diventato Portóia. I suoi resti, composti dall’arco di entrata e dalle due torri, mozzate nel XVIII secolo, vennero demoliti nei primi anni sessanta del Novecento con la ristrutturazione urbanistica dell’intero quartiere.

Piazza De Ferrari intitolata al duca di Galliera Raffaele De Ferrari, è la principale piazza di Genova, centro della città moderna. È formata da due aree contigue: una, più piccola, antistante il teatro Carlo Felice, corrispondente all’incirca alla vecchia piazza San Domenico, che oggi vediamo nella sua sistemazione degli anni venti dell’Ottocento, quando fu demolita la chiesa di San Domenico per costruire il teatro e il palazzo dell’Accademia ligustica; la seconda e ben più vasta area, di forma quadrangolare, circondata da edifici in stile eclettico, fu creata con sbancamenti e demolizioni tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, quando furono aperte le importanti arterie che vi confluiscono, facendone il principale snodo viario della città moderna. Al centro della piazza dal 1936 è collocata la grande fontana in bronzo, disegnata da Giuseppe Crosa di Vergagni.

Su di essa si affacciano il teatro Carlo Felice, con il pronao neoclassico ideato dall’architetto Carlo Barabino, ed alcuni storici palazzi, sedi di aziende e istituzioni pubbliche. Partendo dal Palazzo Ducale, in senso antiorario si incontrano: Palazzo della Regione Liguria, già Palazzo della Società Italia di Navigazione;  Palazzo del Credito Italiano, all’angolo tra le vie Dante e Petrarca; Palazzo della Nuova Borsa, edificato tra il 1907 e il 1912, su progetto di Dario Carbone, all’angolo tra via XX Settembre e via Dante; Palazzo dell’Accademia ligustica, costruito tra il 1827 e il 1831 su progetto di Carlo Barabino.

Il lato nord-occidentale, corrispondente all’antica piazza San Domenico, forma una rientranza, sulla quale si affaccia il teatro e dove è collocata la statua equestre di Giuseppe Garibaldi, opera di Augusto Rivalta (1893). Dalla parte opposta, i palazzi De Ferrari e Forcheri, cinquecenteschi ma molto rimaneggiati nell’Ottocento. Questi ultimi, insieme con il Palazzo Ducale, che presenta verso la piazza il suo prospetto laterale, fanno parte dell’adiacente quartiere del Molo.

Piazza Corvetto, di forma circolare, fu realizzata nel 1877 per creare un raccordo tra le strade dei nuovi quartieri residenziali sorti sulle alture di Castelletto e il centro cittadino. La piazza, in cui confluiscono sette strade, è intitolata al politico e giurista Luigi Emanuele Corvetto. Con l’apertura della galleria Nino Bixio, realizzata nel 1928, che la collega con piazza del Portello, è divenuta uno dei principali snodi per i flussi di traffico tra ponente, levante e centro cittadino, ma ciò nonostante ha conservato l’originaria eleganza. Al centro della rotatoria si trova dal 1886 il monumento equestre a Vittorio Emanuele II di Savoia, opera di Francesco Barzaghi. A monte fa da sfondo alla piazza il parco della Villetta Di Negro.

Piazza Dante fu creata negli anni trenta del Novecento sull’area ricavata dalla demolizione dell’antico quartiere di Ponticello. Importante snodo viario, da un lato si collega attraverso l’omonima via Dante a Piazza De Ferrari, mentre all’altro capo si apre la galleria Cristoforo Colombo, aperta nel 1937, che collega il centro della città alla zona della Foce; la piazza si caratterizza per il forte contrasto tra le imponenti architetture in stile razionalista e i superstiti monumenti medioevali: la Porta Soprana, la casa di Colombo e il chiostro dello scomparso convento di Sant’Andrea, che sorgeva poco distante. Nella contigua via Dante sorgono i palazzi delle Poste e Telegrafi e della Banca d’Italia e all’angolo con piazza De Ferrari, quelli della Nuova Borsa e del Credito Italiano.

Piazza Piccapietra si trova sulla copertura dell’omonimo parcheggio ed è circondata da edifici a portici in vetro e cemento adibiti a centri direzionali, tra i quali le sedi della Costa Crociere e quella del quotidiano Il Secolo XIX, che occupa dal 1999 quelli che erano stati gli uffici della Italimpianti. Nonostante sia un’area pedonale, non è mai divenuta un punto di ritrovo ed è frequentata solo come via di transito per raggiungere i vari edifici; si anima solo nel mese di dicembre quando ospita il frequentato mercatino natalizio di San Nicola.

Via XX Settembre fu costruita nell’ultimo decennio dell’Ottocento, rettificando ed ampliando il percorso di via Giulia e via della Consolazione, per realizzare un nuovo asse viario verso il levante, resosi necessario per l’aumento del volume del traffico, conseguenza dell’espansione della città al di fuori dell’antica cinta muraria. All’epoca della sua apertura, la strada, ampia, rettilinea e affiancata da palazzi di altezza inusuale per i tempi e con alti portici, rappresentò una vera novità per i genovesi, abituati a muoversi tra angusti vicoli. La denominazione della nuova strada fu oggetto di accese discussioni, finché prevalse la volontà di numerosi cittadini di vedere riconosciuta con questa intitolazione la storica data della Presa di Roma. L’apertura ufficiale avvenne il 15 marzo 1900, anche se i lavori non erano ancora del tutto ultimati, mentre la realizzazione dei palazzi affacciati sulla via sarebbe stata completata solo nel 1913.

Via roma, una delle più eleganti strade cittadine, fu realizzata negli anni settanta dell’Ottocento insieme a piazza Corvetto, come collegamento tra il centro della città e le nuove aree residenziali sorte in quegli anni sulla collina di Castelletto. La via, lunga circa 250 m, unisce infatti piazza Corvetto al tratto finale di via XXV Aprile, e quindi a piazza De Ferrari, con un andamento rettilineo in leggera discesa. Vi si affacciano eleganti palazzi ottocenteschi destinati ad élite alto borghesi, con i prospetti ispirati alle facciate manieriste del Cinquecento; il palazzo Orsini, al civ. 8, ha una sala affrescata da Nicolò Barabino. Gli edifici sul lato di levante sono uniti fra loro dalle arcate d’accesso alla parallela Galleria Mazzini. Nella via hanno sede eleganti negozi di abbigliamento e la storica Confetteria Pietro Romanengo fu Stefano, attiva a Genova da oltre due secoli.

Galleria Mazzini, intitolata al patriota Giuseppe Mazzini, fu costruita tra il 1874 e il 1876, con lo sbancamento di una parte della collina di Piccapietra, contemporaneamente alla parallela via Roma; è un camminamento pedonale coperto da una struttura metallica con grandiose vetrate e quattro lampadari in bronzo, tipico esempio della cosiddetta architettura del ferro, in voga in quel periodo. La galleria divenne in breve tempo un luogo di ritrovo di intellettuali e personalità illustri, con i suoi eleganti locali, tra i quali il “Caffè Roma”, ritrovo di scrittori, poeti e giornalisti, e la “Libreria Editrice Moderna”, che pubblicò molti libri di autori genovesi. Dal 1926 è sede della Fiera del libro, che si tiene a dicembre e in primavera (in prossimità del periodo pasquale).

Il teatro Carlo Felice, intitolato al sovrano regnante all’epoca della sua costruzione, è il principale teatro cittadino; fortemente voluto dalle autorità locali, fu costruito tra il 1826 e il 1828 sul sito della demolita Chiesa di San Domenico e inaugurato il 7 aprile 1828. L’edificio, in stile neoclassico, opera dell’architetto Carlo Barabino, si affaccia su piazza De Ferrari con il suo pronao colonnato, unico elemento superstite, insieme con il porticato ovest, dell’originaria costruzione, quasi completamente distrutta dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. Diversi progetti per la ricostruzione vennero presentati nel dopoguerra, ma solo nel 1987, dopo un lungo ed acceso dibattito fu finalmente approvato un progetto, redatto da Aldo Rossi in collaborazione con Ignazio Gardella e altri, e dato il via ai lavori. Il teatro ricostruito fu inaugurato nel 1991.

In piazza Dante si trova la casa dove visse la sua infanzia Cristoforo Colombo, dal 1455 al 1470. Questa non è la casa natale del grande navigatore, che si trovava invece in vico dell’Olivella nella vicina zona di Pammatone e fu probabilmente demolita proprio in quegli anni per costruirvi il grande ospedale. La casa che Domenico Colombo, tessitore, aveva ottenuto in enfiteusi dal monastero di Santo Stefano, faceva parte di una palazzata di case-bottega allineate lungo il vicolo che conduceva alla Porta Soprana. Queste case, distrutte o gravemente danneggiate dal bombardamento francese del 1684 furono ricostruite o restaurate negli anni successivi. La casa di Colombo, al n. 37 della via, fu acquistata nel 1887 dal comune di Genova, che vi fece apporre una targa commemorativa. Pochi anni dopo, con lo sbancamento dell’intero colle di Sant’Andrea, furono demolite le case sul lato nord di vico dritto Ponticello. Solo questo edificio fu parzialmente preservato, mantenendo i primi due piani, mentre furono eliminati i tre piani superiori. La casa-museo di Cristoforo Colombo e la vicina Porta Soprana, entrambe aperte al pubblico e visitabili, fanno parte di un polo museale affidato all’associazione culturale “Porta Soprana”.

In piazza Dante sorgono i due grattacieli in stile razionalista realizzati negli anni trenta, che caratterizzano il panorama del centro cittadino, rimasti per molti anni gli edifici più alti della città: Torre Piacentini, costruita dal 1935 al 1940 su progetto dell’architetto Marcello Piacentini; ha 31 piani ed è alta 108 m. La terrazza all’ultimo piano, oggi ribattezzata terrazza Colombo, ha preso nomi diversi dai locali che ha ospitato. Gli ultimi quattro piani del grattacielo ospitano gli uffici e gli studi dell’emittente televisiva Primocanale; Torre Dante due, con i suoi 83 m (24 piani) è stato per anni il secondo edificio più alto della città. Oggi è superato in altezza da numerosi edifici a Genova, ma all’epoca fu uno dei più alti grattacieli in Italia, nonché il secondo – dopo la Torre Littoria di Torino – a superare gli 80 metri. Con l’insegna pubblicitaria posta alla sua sommità raggiunge un’altezza complessiva di circa 95 m.

La nuova sede del tribunale di Genova, che in precedenza era nel Palazzo Ducale, fu costruita tra il 1966 e il 1974 sul sito dell’antico Ospedale di Pammatone, del quale conserva il cortile interno con il portico colonnato dell’Orsolino, lo scalone monumentale e alcune delle numerose statue di benefattori. L’ingresso dell’edificio è nella piccola piazza Portoria. Il progetto fu affidato ai progettisti Giorgio Olcese, Giovanni Romano e Giulio Zappa che riuscirono nell’intento di integrare le superstiti parti dell’ospedale con una moderna struttura in acciaio, vetro e cemento, recuperando anche l’ammezzato e il grande orologio al centro per ricreare, per quanto possibile, l’ambientazione originaria del cortile settecentesco.

Il Palazzo della Borsa fu edificato tra il 1907 e il 1912, su progetto di Dario Carbone, mentre Adolfo Coppedè, fratello del più noto Gino Coppedè, curò la ricca decorazione interna. Il palazzo aveva allora sostituito la vecchia Loggia dei Mercanti di piazza Banchi; venuto meno il suo ruolo con l’avvento della borsa telematica, oggi è adibito a sede di mostre tematiche allestite nel magnifico salone delle contrattazioni in stile liberty. Situato all’angolo tra via Venti Settembre e via Dante, occupa lo spazio dell’antico colle di Sant’Andrea. La ricchezza della decorazione in stile eclettico non incontrò, all’epoca della sua costruzione, il favore dei cittadini.

L’Accademia Lingustica di Belle Arti, fondata nel 1741, dal 1831 ha sede in questo palazzo in stile neoclassico disegnato da Carlo Barabino. Nel palazzo si trova il Museo dell’Accademia Lingustica, in cui sono esposte opere di pittori liguri dal XIII al XX secolo. I suoi austeri portici si collegano a quelli del vicino teatro Carlo Felice. L’edificio fu gravemente danneggiato da bombardamenti nel 1942 e restaurato nel dopoguerra. Fino al 1998 vi aveva sede sede anche la Biblioteca Civica Berio. Per un certo periodò ospitò anche le collezioni del Museo d’arte orientale Edoardo Chiossone, poi trasferite nell’attuale sede alla Villetta Dinegro.